Mobili decorati con monogramma floreale
della Redazione di Antiqua

Nel fondo di disegni appartenuti alla bottega dell’ebanista Giuseppe Maggiolini, che si conserva presso la Raccolta Bertarelli del Castello Sforzesco di Milano, si trovano alcuni disegni raffiguranti cifre composte con fiori e altri elementi vegetali. Si veda ad esempio quello eseguito dal pittore Giuseppe Levati, dove compare la cifra CNR (Carolina Regina Napoli) sormontata da una corona, destinato a fare da modello per un tavolino donato dall’arciduca Ferdinando Asburgo, governatore della Lombardia, alla sorella Maria Carolina, moglie del re di Napoli Ferdinando IV [Figura 1].

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Figura 1. Levati Giuseppe, disegno, Milano, Civica Raccolta Bertarelli. Pubblicato in Giuseppe Beretti-Alavar Gonzales Palacios, Giuseppe Maggiolini. Catalogo ragionato dei disegni, Inlimine, Milano 2014, p. 31 A 24-25 e tav. 32.

Il tavolo non è reperibile, ma un monogramma simile in cui si legge FGN lo si trova su un secretaire di Maggiolini che è stato più volte pubblicato [Figura 2], una prima volta da Clelia Alberici che scioglie la sigla in Giovan Francesco Nava, ultimo Vicario di Provvisione della Repubblica Cisalpina nel 1796 (nota 1) e successivamente da Giuseppe Beretti che lo associa ad un altro mobile simile, siglato FN (nota 2).

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Figura 2. Giuseppe Maggiolini, secretaire, 1804, Milano, collezione privata.

A dimostrazione della diffusione di questo particolare decoro a livello europeo, portiamo un piccolo secretaire inglese databile agli inizi dell’Ottocento, sulle cui ante compiono i monogrammi BN e HN, passato di recente sul mercato antiquario [Figura 3].

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Figura 3. Piccolo cabinet in satinwood con decorazioni dipinte e finiture in bronzo dorato, Gran Bretagna, inizi XIX secolo, Viscontea Casa d’Aste,
Milano 30 novembre 2017, lotto n. 356.

Questo decoro non costituisce una prerogativa dei mobili, anzi vi compare piuttosto raramente, mentre è abbastanza frequente nella porcellana, principalmente nei servizi in cui le iniziali del proprietario si fanno parte integrante del decoro stesso.
Uno dei servizi più celebri è quello noto come Servizio dei Cammei commissionato nel 1776 alla Manifattura Reale di Sèvres da Caterina II di Russia, per farne dono, pare, al suo amante Grigorij Potemkin, in cui compare su ogni pezzo il monogramma E II (Ekaterina) [Figure 4 e 4 bis].

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Figura 4 e 4bis. Servizio dei Cammei, porcellana tenera e dura, dipinta e dorata., Manifattura di Sèvres (Francia) 1778-79, Torino, Museo Civico di Palazzo Madama.

Cifre simili compaiono anche su servizi più modesti, non necessariamente destinati ad augusti committenti, come questo servizio da tea di una manifattura tedesca non identificata [Figura 5].

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Figura 5. Servizio da caffé, porcellana dura dipinta e dorata, Germania, 1780 circa, Gazzada (Va), Collezione Cagnola inv. PO.156.

Possiamo notare come su queste ultime porcellane compaia anche un decoro costituito da un nastro avvolto attorno a un asta, testimoniato da un disegno nel Fondo Maggiolini [Figura 6] e intarsiato in numerosi mobili neoclassici, a dimostrazione, semmai ce ne fosse ancora bisogno, della trasversalità dei motivi nelle varie arti decorative.

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Figura 6. Disegno, Milano, Civica Raccolta Bertarelli (Beretti-Gonzales Palacios, op. cit., p. 83 A 417).

Questa serie di confronti ci hanno condotto a chiederci se, ad esempio, fosse stata la porcellana, sicuramente il genere più alla moda in questo scorcio di Settecento, ad influenzare il decor dei mobili; poco plausibile sostenere il contrario.
Pensiamo tuttavia che l’invenzione del decoro costituito da un monogramma floreale sia da ascrivere al mondo del ricamo, fin’ora sottovalutato come fonte di ispirazione per le arti decorative in genere (nota 3).
L’argomento meriterebbe senz’altro un approfondimento da parte di specialisti, ma è noto come, fin dal Cinquecento, esistessero repertori a stampa espressamente concepiti e indirizzati ai ricamatori, all’epoca in prevalenza di sesso maschile.
L’accostamento a quest’arte da parte delle donne è relativamente più recente e si collega all’esigenza di fornire soprattutto alle fanciulle un’educazione completa. L’abitudine di griffare capi di vestiario e corredi nuziali con iniziali è molto antica, ma si ritiene che l’arricchimento del tratto con sequenze di piccoli fiori, tipicamente femminile, inizi a diffondersi verso la fine del XVII secolo per poi prosperare nei secoli successivi [Figura 7].

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Figura 7. Esempio moderno di iniziale ricamata.

L’esperienza sul campo fatta dalle ricamatrici portava a fissare le idee e gli esperimenti più riusciti in cataloghi, talvolta disegnati, ma più spesso in stoffa, per trasmettere tecniche e modelli alle nuove generazioni. E possibile che motivi come le cifre fiorite siano state recepiti nei repertori, magari tradotti a stampa, ad uso di ceramisti e mobilieri.

NOTE

[1] Alberici C., Il mobile lombardo, Gorlich 1969 (De Agostini, 1996), p. 183. L’autrice cita Giuseppe Morazzoni, il quale, nel suo Il mobile intarsiato di Giuseppe Maggiolini (Gorlich, Milano 1953), pubblica il disegno del monogramma (tav. CXIX) e un altro mobile del Nava (tav. XXX).

[2] Beretti G., Giuseppe Maggiolini, Malavasi, Milano 1994, p. 198-201.

[3] A questo tema specifico si fa cenno in Bardelli A.Mander M., Su Gian Battista e Giovanni Paolo Caniana. Il casettone intarsiato nelle raccolte del Castello Sforzesco e altri cassettoni inediti, Rassegna di Studi e di Notizie, Milano 2007-2008, p. 371 (ivi citato Mander M., I paliotti in scagliola della Chiesa di Sant’Antonio a Milano: proposte per uno studio iconografico, in DecArt n. 4, Firenze, 2005, p. 41).

Prima pubblicazione: Antiqua.mi, gennaio 2018
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