Antonia Fuccella, Mobili umbri dal quindicesimo al diciottesimo secolo, Editrice La Rocca, Marsciano (Pg) 2005, 320 pagine formato 24,5 x 33,5 (testo inglese a fronte).
Salutiamo con estremo favore questa nuova e coraggiosa iniziativa dedicata al mobile regionale. Si tratta del lavoro di Antonia Fuccella sul mobile umbro, scritto con grande competenza da un’esperta di restauro che ha il grosso pregio di saper guardare dentro ai mobili e quindi la capacità di farceli conoscere molto da vicino. In questo sforzo è accompagnata da belle immagini fotografiche con alcuni dettagli riprodotti quasi a grandezza naturale.
I mobili, circa 300, provengono da collezioni sia pubbliche sia private e sono in buona parte inediti. L’autrice e gli estensori delle varie introduzioni si pongono giustamente il problema se si possa parlare di mobile umbro, sia per la variabilità dei confini nel corso dei secoli – a causa di varie vicende storiche e politiche – sia per la difficoltà di individuare tratti stilistici di chiara marca locale. La produzione umbra, infatti, deve molto all’ebanisteria di alcune realtà limitrofe – su tutte quella romana, toscana e marchigiana – e solo raramente mostra caratteri così peculiari da essere facilmente riconosciuti a prima vista.
Proprio per questo, la circostanza che la provenienza di ciascun esemplare sia stata verificata caso per caso, fa sì che questo volume costituisca d’ora innanzi un riferimento obbligato per attribuire con più esattezza una serie di arredi che, con qualche faciloneria, si era soliti collocare genericamente in Italia centrale oppure in altre regioni.
24 Gennaio 2007
© Riproduzione riservata