Placchetta in bronzo della circoncisione di Gesù

di Attilio Troncavini

Nel catalogo della collezione Scaglia compilato da Francesco da Rossi figura una placchetta raffigurante la circoncisione di Gesù, ritenuta un esemplare fino ad allora unico e classificata come scuola tedesca della fine del XVI secolo (F. Rossi, La collezione Mario Scaglia. Placchette, Lubrina, Bergamo 2011, X.23).

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Figura 1. Circoncisione, bronzo dorato, cm. 14,9 x 12,5, XVI secolo, collezione Scaglia, inv. P330.

Nel giugno 2021 Cambi propone una placchetta in bronzo e tracce di argentatura con identico soggetto, all’interno di un’elaborata cornice, descritta come opera di ignoto bronzista del XVI secolo [Figura 2].

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Figura 2. Circoncisione, bronzo, tracce di argentatura, cm. 32 x 20, XVI secolo, Cambi 17 giugno 2021 n. 10.

Alla base della scena si legge una data 12 * 27 che viene interpretata, senza fornire un’interpretazione, come l’anno di insediamento del papa Gregorio IX (nota 1). Detto per inciso, la didascalia tiene a precisare che la placchetta sia stata realizzata a cera persa con metodo di fusione diretto, mentre la cornice, databile alla fine del XVI secolo è stata ottenuta, sempre a cera persa, ma con metodo indiretto, ossia da uno stampo eseguito su una lastra sbalzata.
Una cornice simile, soprattutto per quanto riguarda lo svolgimento della cimasa la cornice della placchetta di Figura 2, si trova intorno a una placchetta in argento raffigurante una Deposizione. Il prezioso manufatto, recante alla base della cornice lo stemma Gonzaga e conservato nella chiesa parrocchiale di Bozzolo (Mn), diocesi di Cremona, è stato in predicato, tra molte polemiche, di essere trasferito nel museo Diocesano di Cremona [Figura 3].

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Figura 3. Deposizione, argento, XVI secolo, stemma Gonzaga, Bozzolo (Mn), parrocchiale.

Non pare questa una ragione sufficiente al fine di orientare verso Mantova l’esecuzione della placchetta per almeno due motivi.
Il primo è che si registra sul mercato la presenza di un’eccezionale placchetta in argento, anch’essa raffigurante una Deposizione, dove la Madonna e il Cristo deposto si trovano nella stessa posizione, mentre variano le figure di contorno. Questa placchetta, inserita in una cornice in argento dorato di gusto manierista, viene attribuita ad anonimo orefice romano e datata al XVII secolo, sebbene alla base della cornice si trovi una targa in argento con la data 1724 [Figura 4].

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Figura 4. Deposizione, argento e argento dorato (cornice) cm. 25 x 14,5, Roma XVII secolo, targa alla base della cornice con la data 1724, fonte Ebay.

Il secondo motivo è che entrambe le cornici di cui alle Figure 2 e 3, quest’ultima in particolare, richiamano quella relativa a una celebre placchetta attribuita a Jacopo (1520-1604) e/o Ludovico (1551-1601) Del Duca, siciliani di origine, ma attivi prevalentemente a Roma [Figura 5, nota 2].

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Figura 5. Jacopo e/o Ludovico del Duca, Pietà, bronzo, 1580 circa, mercato antiquario.

Questa indicazione, unita alla presunta provenienza della placchetta di Figura 4, sembra indirizzare le placchette della Circoncisione verso l’ambito romano.
Non è però nel campo delle placchette che troviamo un preciso riferimento, bensì in quello della grafica, più precisamente nell’incisione di Cherubino Alberti detto Borgheggiano (1553-1615) da un’invenzione del pittore Marco dal Pino detto Marco da Siena (1525 circa-1587), edita a Roma nel 1580 presso Lorenzo Vaccari detto della Vaccheria (1540 circa- 1600 circa) [Figura 6, nota 3].

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Figura 6. Cherubino Alberti (incisore)-Marco da Siena (inventore), Circoncisione, 1579-1580, incisione, cm. 38,7 x 26,1, Bergamo, Accademia Carrara, Gabinetto Disegni e stampe, inv. 01604.

L’impostazione della scena nell’incisione è praticamente identica a quella delle placchette di cui alle Figure 1 e 2 per quanto riguarda i personaggi principali, mentre variano le figure circostanti.
Questo confronto appare decisivo al fine di collocare a Roma le placchette in questione.

NOTE

[1] Non siamo riusciti a dare una spiegazione plausibile al significato di quella data. Papa Gregorio IX è stato un pontefice importante, noto, tra l’altro, per aver canonizzato Francesco d’Assisi (1228), Antonio da Padova (1232) e Domenico di Guzman (1234), i santi principali degli ordini francescano e domenicano. Paradossalmente, il soggetto della circoncisione è diffuso presso i gesuiti perché è in quell’occasione che è stato attribuito il nome Gesù.

[2] Si rimanda all’articolo di Michael Riddick: Michelangelo’s Pietà in bronze (ottobre 2016) [Leggi]. Lo stesso argomento era stato affrontato in un articolo di poco precedente: Una pietà di Michelangelo e la sua diffusione (settembre 2016) [Leggi].
Non avendolo potuto fare in altro contesto, ho l’occasione di segnalare che il Dio padre benedicente che compare sulla cimasa della cornice, accanto ai riferimenti a Giovanni Mengone (?-1543) e allo stesso Michelangelo citati da Riddick nell’articolo dell’ottobre 2016, potrebbe essere stato tratto dalla cimasa della Pala Baglioni di Raffaello, della quale la copia che si ritiene più vicina all’originale è conservata a Perugia presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, oggi dubitativamente attribuita a Stefano Amadei (1589-1644) [Figure A e B].

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Stefano Amadei (attr.), Eterno benedicente e angeli, olio su tavola, cm. 81,5 x 88,5, 1600-1644, Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria.

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Figura B. Dettaglio della cimasa della placchetta di Figura 5.

La stessa cornice si trova “riciclata” in una numerosa serie di placchette raffiguranti il Cristo in Pietà [Figura C], per lo più ritenute di ambito lombardo (comunicazione di Michael Riddick in data 8.8.2016), il cui prototipo è stato identificato da Michael Riddick nelle opere dell’orefice milanese Giovanni Battista Panzeri [Leggi ].

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Figura B. Cristo in Pietà e dolenti, bronzo altezza cm. 16, Lombardia (?), XVII secolo (?), Boetto settembre. 2004 n. 355.

[3] Cherubino Alberti era nato a Borgo Sansepolcro (Ar) in una famiglia di artisti, ma svolge la sua carriera a Roma.
Marco dal Pino era nativo di Costalpino, un borgo nei pressi di Siena, ma dal lavora a Roma dal 1543 al 1577 quando si trasferisce definitivamente a Napoli.
Lorenzo Vaccari è stato un importante incisore ed editore, forse di origine francese, la cui attività è documentata a Roma dal 1575 al 1585.
L’incisione reca le seguenti iscrizioni: Cherubinus AlBertus fe. 1579 M. Sen. In.; Laurentij Vaccarij Formis. Romæ. 1580. Cum Priuile; Quod puer innocuos cultro submiserat artus. Peccatum docuit nos resecare uetus; Impositum sibi quod nomen suscepit IESV. Monstrauit nobis quod sit ab inde salus.

Luglio 2024
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