Placchetta in bronzo dell’Annunciazione

di Attilio Troncavini (*)

La placchetta raffigurante l’Annunciazione [Figura 1], in collezione privata milanese, trova confronto in quella facente parte del Museo Amedeo Lia di La Spezia (cm 12,2×8,2, Inv. Bp10).

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Figura 1. Placchetta in bronzo raffigurante L’Annunciazione, cm 9,7×7, Italia settentrionale, XVII-XVIII secolo, Milano, collezione privata. Bibliografia: Bronzi artistici, decorativi d’uso, ADV, Milano s.d., p. 47 (ivi identificata tout court come opera del XVII secolo).

Quest’ultima, proveniente dal mercato antiquario, viene attribuita a scuola italiana del XVII/XVIII secolo e così descritta: “Bronzetto [sic] con retro lasciato grezzo, forse un calco da un originale in metallo sbalzato, soprattutto a giudicare dalla stilizzazione delle nuvole: potrebbe pertanto essere l’unico esemplare esistente del rilievo. La figurazione potrebbe derivare da un dipinto o da un’incisione” (nota 1). L’affermazione che si tratti di un esemplare unico è smentita dall’esistenza di quella che qui presentiamo e dalla presenza di un esemplare in bronzo dorato nella collezione Imbert (cm 13 x 8), identificato come manufatto di scuola romana del XVIII secolo (nota 2).
Tuttavia, è la ricerca di una precisa fonte iconografica ad aver costituito una sorta di cruccio che mi ha accompagnato per diversi anni.
Finalmente, la fonte è stata identificata con precisione in un’incisione di Carlo Maratti (Camerano, An, 1625 – Roma 1713) (nota 3).
Si tratta di un’acquaforte di cui si conoscono diversi esemplari e tre disegni preparatori [Figura 2], mentre non è al momento nota alcuna opera pittorica di Maratti con lo stesso soggetto (nota 4).

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Figura 2. Carlo Maratti, Annunciazione, acquaforte, cm. 21,3 x 14,8.

Il riferimento al Maratti sottrae la placchetta all’ambito dell’Italia settentrionale, restituendola alla scuola romana, come sostenuto nel gia citato catalogo della collezione Imbert.
La ricerca del un prototipo per la placchetta aveva consentito di identificare gli stessi personaggi figure della placchetta, in posizioni quasi identiche, nelle figure di un piccolo dipinto facente parte della serie dei Misteri del Rosario (il primo di 15), eseguita da un non meglio identificato pittore emiliano della seconda metà del XVIII per la parrocchiale di Moglia nel Mantovano [Figura 3].

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Figura 3. Annunciazione, olio su tela cm 30 x 27, pittore emiliano della seconda metà del XVIII secolo, Moglia (Mn) (AAVV, Beni artistici nell’Oltrepo Mantovano, CR Mirandola, 1992, p. 98).

A dimostrazione della persistenza di questo soggetto nella versione di cui stiamo discutendo, lo troviamo rappresentato in una placca in marmo passata sul mercato antiquario [Figura 4].  Addirittura, in un bronzetto dallo scultore bronzista Corneille Van Cléve che raffigura Bacco e Arianna possiamo riconoscere dalla postura l’arcangelo Gabriele nella figura maschile [Figura 5].

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Figura 4. Annunciazione, placca in marmo, diam. cm 41, Italia settentrionale, probabilmente Veneto, XVII-XVIII secolo, Sotheby’s, asta Romano ottobre 2009 n. 190.

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Figura 5. Corneille Van Cléve, Bacco e Arianna [?], bronzo, 1703-4 (Aldina Tavella, Antiquariato, maggio 2010 p. 28 e 29 sulla mostra delle opere della collezione di Peter Martino alla Wallace Collection di Londra).

NOTE

[1] Avery Charles, La Spezia. Museo Civico Amedeo Lia. Sculture, bronzetti, placchette, medaglie, Fondazione CR La Spezia, Cinisello B. (Mi)1988, p. 284 n. 204.

[2] Placchette italiane. Secolo XV-XIX, a cura di Eugenio Imbert con note di Giuseppe Morazzoni, Edizioni Luigi Alfieri, Milano 1941, tav. XXIX n. 2.

[3] Prima della “scoperta” dell’incisione di Maratti, il riferimento più puntuale per la nostra placchetta era stato identifcato nel dipinto di Agostino Carracci databile al 1593-96 che si trova a Parigi al Louvre.

[4] Per l’opera incisoria di questo artista, che è stato anche un rinomato pittore, tramandato spesso come Maratta a causa di una storpiatura avvenuta nel corso del XVIII secolo, il testo di riferimento è il seguente: Paolo Bellini, L’opera incisa di Carlo Maratti, Pavia 1977, che pubblica l’incisione e due disegni preparatori (cat. n. 9); vedi anche TIB (The Illustrated Bartsch), Vol. 47 I, p. 21 e ss. che però non ne pubblica alcuna immagine.

(*) Questo articolo accorpa con alcune modifiche un articolo con lo stesso titolo pubblicato su Antiqua.mi nel febbraio 2013 e parte di un articolo dal titolo Nuovi riferimenti iconografici per due placchette, pubblicato nel gennaio 2015, entrambi a firma Attilio Troncavini.

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