Scrivania intarsiata firmata Conti
di Andrea Bardelli
Premessa
Questo articolo è apparso nell’aprile 2020 con il titolo Una inconsueta scrivania intarsiata.
In quell’occasione, il mobile veniva collocato nell’ambito del ducato estense di Modena e Reggio e messo in relazione alla mobilia prodotta nello Stato Pontificio.
Successivamente si è resa plausibile la sua provenienza mantovana, segnalata fin dall’origine dai proprietari. Pertanto l’articolo si presenta qui in una versione completamente rivista e necessariamente ridotta.
Nel 1997 Alessandra Griffo e Giovanna Poletti pubblicavano una bella e rara scrivania [Figura 1], per la quale si aggiunge la notizia che al suo interno compare, a matita e in due punti, la firma Conti [Figura 1 a e 1 b].
Figure 1, 1a, 1b, 1c. Scrivania, Mantova (Ducato di Sabbioneta), prima metà del XVIII secolo, collezione privata (A. Griffo-G. Poletti, Stipi, scrivanie, secrétaires dal Rinascimento al Déco, De Agostini, Novara 1997).
Figura 1 a
Figura 1 b
Non sappiamo chi sia il misterioso Conti che appone la sua firma, dal momento che una prima indagine non ha prodotto alcun risultato.
Da un punto di vista morfologico, il mobile ricorda l’Emilia sia per l’impianto architettonico che riscontriamo in alcuni bureau, da cui questa tipologia di scrivania deriva, sia per l’alzata a tiretti che troviamo nelle scrivanie ferraresi del tipo a gamba alta. Escludiamo il Veneto e le Marche, che pure producono mobili comparabili, per l’uso del legno di abete nella costruzione della struttura, mentre è stato possibile riscontrare che per le parti strutturali della scrivania è stato usato il pioppo.
C’è anche qualcosa di “romano” sebbene le scrivanie in uso a Roma e dintorni siano del tutto diverse. Viene spontaneo quindi pensare a un mobile emiliano di influsso vagamente romano, come è il caso dei mobili prodotti nelle zone dell’Emilia che sono state a lungo soggette allo Stato della Chiesa.
Un’indicazione solo apparentemente decisiva, almeno per quanto riguarda la provenienza, ci viene dallo stemma collocato al centro della fronte del cassetto sotto il piano [Figura 1 c] riconoscibile, anche per il motto Libertas, in quello del Ducato di Sabbioneta [Figura 2].
Figura 1 c
Figura 2. Stemma dei Gonzaga di Sabbioneta.
Il Ducato di Sabbioneta è legato alla dinastia dei Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo, ramo cadetto della famiglia Gonzaga, il cui iniziatore è stato Gianfrancesco Gonzaga (1443-1496).
La linea di Sabbioneta si consolida con Vespasiano I Gonzaga (1531-1591), il quale nel 1577 ottiene dall’imperatore Rodolfo II il titolo di duca.
Nel 1689 muore l’ultimo discendente di Vespasiano, ossia Nicola Maria de Guzman Carafa e il territorio di Sabbioneta passa agli spagnoli, i quali nel 1693 lo vendono a Francesco Maria Spinola.
Sappiamo che nel 1640 viene restaurato il titolo di principe di Sabbioneta-Bozzolo, ma la linea si estingue nel 1703 con Gianfrancesco II che muore senza lasciare eredi.
L’ultimo principe di Sabbioneta-Bozzolo è il duca di Mantova Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers alla cui morte (1708) il titolo passa ai Gonzaga di Guastalla, i quali acquisiscono anche il territorio sabbionetano (quello di Bozzolo era già stato acquisito nel 1703). Nel 1747 il Ducato di Guastalla viene incorporato nella Lombardia austriaca.
Da tutto quanto precede, se la scrivania fosse effettivamente appartenuta ai Gonzaga di Sabbioneta, come lo stemma lascia credere, dovremmo datare entro il 1703 un mobile stilisticamente databile più tardi, comunque entro la metà del Settecento.
Ci premeva in ogni caso presentare il mobile, sia per l’ottima qualità, sia per la circostanza, del tutto eccezionale, di aver trovato una firma.