Simonetta Coppa-Paola Strada (a cura di), Seicento Lombardo a Brera. Capolavori e riscoperte, Skira, Milano 2013, 176 pagine formato 24 x 28, euro 39,00 (catalogo della mostra in corso a Milano, Pinacoteca di Brera, dall’8 ottobre al 12 gennaio 2013).

Non è stato per niente facile trovare qualcosa che celebrasse il Natale tra i dipinti della mostra Seicento lombardo a Brera. Quando, tra santi martirizzati oppure in estasi, scene della Passione e tanti ritratti, stavamo ormai ripiegando su una Cena, ecco spuntare una bella Natività del pittore piemontese Giuseppe Vermiglio (1585 circa-1635 circa), il quale nei primi decenni del Seicento ebbe modo di risiedere a Roma e conoscere i massimi artisti del tempo. Ne sono testimonianza due pastori ritratti con le sembianze di Caravaggio e di Annibale Carracci.

Nonostante i soggetti di alcune opere provochino una certa inquietudine, anche quando i colori sono smaglianti, la mostra è stupenda e può essere visitata fino al 12 gennaio 2014.

Per citare la Soprintendente e Direttrice Sandrina Bandera che cura l’introduzione, si tratta di dipinti “tolti dall’ombra delle rastrelliere” (anche se l’attività di conservazione e studio degli stessi si è protratta ininterrottamente) e collocati all’interno del percorso museale in dialogo con quelli dello stesso ambito culturale già in esposizione.
A supporto della mostra c’è un bel catalogo prodotto da Skira.
Preceduto da alcuni saggi di spessore, per quanto di piacevole lettura (S. Bandera, D. Zardin, S. Coppa, P. Vanoli, P. Strada, F. Frangi), il catalogo vero e proprio si attiene alle sei sezioni in cui si articola la mostra: i dipinti da chiesa e da quadreria, le pale d’altare, i soggetti sacri di piccolo e medio formato, i ritratti, la sala dei Senatori (tre dipinti – altri sono dispersi o in altre sedi – appartenuti al ciclo realizzato da diversi autori per il palazzo Ducale di Milano, ora palazzo Reale, rimosso nel 1786) e i disegni. É proprio in questi ultimi che il virtuosismo di alcuni artisti si manifesta con una forza e un’immediatezza che lasciano stupiti e ammirati.

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Giuseppe Vermiglio (1585 circa-1635 circa), Natività, Milano, Pinacoteca di Brera.

Una nota di servizio sul catalogo: i saggi sono efficacemente illustrati con opere che non si possono vedere in mostra e contengono numerosi rimandi alle opere esposte; per risalire ad esse, bisogna consultare gli Apparati che accolgono le schede di tutte le opere (44), ordinate per autore e da qui alla pagina dove l’opera è illustrata (all’interno della sezione monografica). Sempre negli Apparati troviamo ottime Schede biografiche dei maggiori artisti (curate da Eugenia Bianchi) e la Bibliografia.
Forse per schermirsi, gli organizzatori della mostra si premurano di informare che questa mostra non rivela scoperte sensazionali. A parte che non è di questo che c’è bisogno, non parliamo di una mostra da “tempi di crisi”, realizzata in casa con quello che c’è, ma di un evento pensato per rivalutare il proprio patrimonio attraverso la sua rilettura.
Per altro, la spettacolarità non è certo ciò che manca a questa mostra e ci auguriamo che il Seicento lombardo, spesso relegato all’ambito degli studi specialistici, abbia finalmente il successo di pubblico che merita.

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