Anna Bisceglia (a cura di), Storie di piccoli uomini. Un dialogo interdisciplinare sull’acondroplasia nel corso dei secoli, atti convegno Firenze 2017, 97 pagine formato cm. 24 x 17, Polistampa, Firenze 2021, euro 13,00.

Certo che, per quanto possa incuriosire, l’argomento è soprattutto interessante per chi, a vario titolo, si occupa dei “piccoli uomini” che dobbiamo imparare a definire correttamente persone nane.
Chiamarli semplicemente nani non deve tuttavia suonare offensivo, piuttosto che “persone affette da acondroplasia”, termine derivante dal greco a-khondros = senza (ά privativo) cartilagine e plasis = formazione, quindi persone le quali, per una disfunzione genetica, subiscono un ridotto accrescimento delle cartilagini delle ossa lunghe.
Il convegno svoltosi a Firenze nel 2017 nasceva sull’onda di una mostra tenutasi a Palazzo Pitti l’anno prima, intitolata Buffoni, Villani e Giocatori alla corte dei Medici, in cui veniva esposto un importante nucleo di opere, tra cui il Nano Morgante di Bronzino, quasi certamente la più celebre. Detto gruppo di opere era stato esposto, dal 1926 al 1953, nella cosiddetta Sala dei nani all’interno del Museo Nazionale di Antropologia ed Etnologia in Palazzo Nonfinito, sempre a Firenze, in un contesto quindi più tecnico-scientifico che artistico.
L’impronta interdisciplinare data al convegno, fa sì che questa particolare fattispecie umana sia vista da diverse angolazioni tra scienza, costume, museografia, storia dell’arte, ecc.
Tutti i saggi presentano motivi di interesse, ma il gradimento dipende ovviamente dalle competenze e dagli orientamenti di ciascun lettore. Forse alcuni aspetti come il mondo delle fiabe, il cinema e la letteratura, per altro evocati svariate volte, avrebbero meritato una trattazione più specifica.
Tra i tanti contributi, abbiamo scelto di segnalare quello di Giuseppe Crimi, il quale parte dall’esame di alcuni casi letterari per fornire interessanti note iconografiche che coinvolgono la scultura del Morgante seduto su una tartaruga, eseguita da Valerio Cioli (1529 circa-1599) per il Giardino di Boboli, ora ricoverata nella Caffetteria e sostituita da una copia.