Stradivari inedito
di Andrea Bardelli
Alla fine di un precedente articolo sui rapporti tra liuteria ed ebanisteria a Cremona [Leggi] si era adombrato il passato di falegname di Antonio Stradivari, certamente il più celebre fabbricante di violini che la storia ricordi.
Contrariamente a quanto si possa pensare, le notizie su Stradivari, soprattutto per quanto riguarda gli esordi, sono alquanto vaghe. Nel saggio intitolato “Cenni di storia del periodo classico della liuteria cremonese. 1505-1744” (già riferito nella precedente occasione) si legge che “Di Antonio Stradivari non si conoscono le origini e la provenienza”. Leggiamo ancora che “Quasi contemporaneamente all’opera dell’ultimo esponente della famiglia Guarneri, e precisamente nel 1680, lo sconosciuto Antonio Stradivari acquisisce una enorme e lussuoso edificio nello stesso isolato in cui operano e vivono gli Amati e i Guarneri. E’ questo il motivo per cui si dice che sia apparso quasi improvvisamente sul mercato cremonese dove in poco tempo acquisisce la supremazia nel settore degli strumenti di grande pregio”.
Alcune notizie sul “giovane” Stradivari e su noti ebanisti cremonesi che a lui si collegano si trovano in un interessante articolo apparso su Il Vascello, quotidiano on line di Cremona. Il testo, di non facile lettura e univoca interpretazione, sfrutta un documento di Elia Santoro (1922-1977), giornalista e autore di numerosi volumi sulla liuteria cremonese, redatto sotto forma di appunti prima di morire (nota 1).
La vicenda degli esordi di Antonio Stradivari è tinta di giallo.
Infatti, il 27 aprile 1664, il falegname Giovanni Giacomo Capra (nota 2), titolare di una bottega dal 1662, viene ucciso con un’archibugiata da Giovanni Pietro Ferraboschi, fratello della moglie Francesca, per motivi rimasti ignoti.
La questione si presentava scabrosa: Francesca Ferraboschi era “incinta e nell’impossibilitata a provvedere a se stessa”, per di più era la sorella dell’omicida che, nel frattempo, si era dato alla macchia. Vi era per di più da sanare la controversia insorta tra le influenti famiglie Ferraboschi e Capra per permettere il perdono e il ritorno del fuggiasco.
E’ a questo punto che entra in scena Antonio Stradivari, protetto dal grande intagliatore Francesco Pescaroli (nota 3), presso il quale era ospitato come famiglio. Antonio Stradivari si offre di sposare Francesca Ferraboschi e di provvedere a lei, cosa possibile solo con l’aiuto del Pescaroli che gli fa da garante e gli offre una casa con bottega da falegname.
Si dovrà tuttavia attendere che si definiscano varie questioni connesse alla dote a suo tempo portata dai Capra della quale viene pretesa la restituzione e all’affidamento dei due figli nati dal matrimonio di Francesca con Giovanni Giacomo. Nel frattempo, a Francesca nasce una bambina alla quale viene imposto il nome di Innocenza, battezzata il 14 novembre 1664.
Una volta appianate le varie diatribe e trovato l’accordo tra le due famiglie, Antonio Stradivari sposa la Ferraboschi in data 4 luglio 1667 ed inizia ad esercitare la professione di falegname e intagliatore in modo autonomo..
La ricerca di Elia Santoro si conclude con alcune inedite osservazioni circa le origini di Antonio Stradivari.
Il padre potrebbe chiamarsi Alessandro, come si dedurrebbe dall’atto notarile del 1680 di acquisto di un palazzo a Cremona del quale si è detto all’inizio. Da una lettera del 25 giugno 1667 si ricava che Antonio proveniva dalla parrocchia cremonese di Santa Cecilia, ma si può supporre, pur in assenza di un atto di nascita, che sia nato non a Cremona, ma a in provincia, a Gadesco, nel 1648 (nota 4).
Proprio in quell’anno, infatti, Cremona subisce l’assedio dei Francesi nell’ambito di una contesa con la Spagna, costringendo molti cremonesi a rifugiarsi in provincia.
La famiglia di Antonio Stradivari potrebbe essersi recata proprio a Gadesco in casa dei Pescaroli dove Antonio sarebbe nato e dove lo ritroviamo nel 1655 o 1656 accanto a Francesco Pescaroli “per imparare un mestiere sotto la guida dell’intagliatore, che già stava insegnando a Giacomo Bertesi (nota 5)”.
In conclusione, resta sempre un mistero come in pochi anni, dal 1667 – data in cui si sposa – al 1680 – data in cui acquista il lussuoso edificio cremonese – Antonio Stradivari riesca ad ottenere uno straordinario successo come fabbricante di strumenti musicali.
Ciò che qui preme sottolineare è l’apprendistato di Stradivari non (o non solo) come liutaio nella bottega dell’Amati, ma come falegname e intagliatore, inserito nel contesto artistico che ha nei Capra, in Francesco Pescaroli e Giacomo Bertesi i suoi principali protagonisti.
Potrebbe quindi essergli attribuita senza riserve l’intera esecuzione della straordinaria arpa [Figura], sulla quale la Farrari Barassi, pubblicandone un’immagine, così si esprime “Non si sa se le decorazioni scolpite in acero siano opera dello stesso Stradivari o di un altro artigiano” (nota 6).
Arpa di Antonio Stradivari, 1681 (Napoli, Conservatorio di San Pietro a Majella, in Ferrari Barassi, op. cit., p. 215).
NOTE
[1] Detto contributo si apre esaminando una questione piuttosto complessa, sulla quale non ci dilunghiamo, riguardante l’esatta identificazione di una casa abitata da Stradivari, nella quale si trovava la sua prima bottega. Il testo non è più reperibile perché Il Vascello ha cessato le pubblicazioni nel 2014 [ndr 16.8.2020].
[2] E’ probabile che questo Giovanni Giacomo Capra fosse imparentato con i Capra – Domenico e i figli Gabriele e Brandimarte – che eseguono a Cremona il coro di San Sigismondo ultimato nel 1603.
[3] Pescaroli Francesco (Cremona 1610-1679). Architetto e intagliatore attivo in Lombardia ed Emilia.
[4] Finora è sempre stato tramandato che Antonio Stradivari fosse nato a Cremona nel 1644 circa.
[5] Bertesi Giacomo (Soresina, Cr 1643 – Cremona, 1710). Scultore, intagliatore e ornatista attivo in Lombardia, in Emilia, a Genova e in Spagna (Valencia).
[6] Elena Ferrari Barassi, Gli strumenti musicali lombardi tra Cinquecento e Settecento, in Le arti decorative in Lombardia nell’età moderna 1480-1780, Skirà, Milano 2000, p. 213.
Prima pubblicazione: Antiqua.mi, 15 gennaio 2009
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