Un cassettone Caniana con particolari inusuali
di Andrea Bardelli
Nel corso della Settimana della bottega antiquaria e di arte moderna tenutasi a Firenze nel lontano 1968 la Galleria A. Chielini presentava un cassettone con intarsi attribuendolo al Veneto [Figura 1].
Figura 1. Bottega Caniana, cassettone, fine XVII secolo, Galleria Chielini (Fi), Settimana della bottega Antiquaria, Firenze 1968.
Alla luce di studi successivi, si deve invece ritenere un mobile bergamasco, più precisamente facente parte di una famiglia di mobili decorati con figure di animali intarsiate che in alcune precedenti occasioni ho proposto di attribuire alla bottega dei Caniana (nota 1).
I mobili di questa famiglia finora identificati sono molto diversi tra di loro sia in termini morfologici che decorativi, ma hanno alcuni particolari che li accomunano, oltre all’intarsio in discorso, distribuiti sui vari esemplari in modo tutt’altro che uniforme. Alcuni si assomigliano nella forma dei piedi, altri nella sagoma delle cartelle sulla fronte dei cassetti, altri ancora nelle lesene anteriori intagliate.
Queste discordanze hanno già fatto nascere il sospetto che alcuni esemplari possano essere stati eseguiti da botteghe di secondo piano, ossia da artigiani emuli e allo stesso tempo concorrenti dei Caniana.
Il cassettone presentato all’esposizione fiorentina, trova un confronto abbastanza stringente, anche se non esaustivo, in un cassettone transitato sul mercato antiquario e pubblicato nel 2008 con attribuzione alla bottega dei Rovelli, a dimostrazione che un preciso confine tra la produzione delle varie botteghe operanti in territorio bergamasco tra Seicento e Settecento non è stato ancora tracciato [Figura 2].
Figura 2. Bottega Caniana, cassettone, fine XVII secolo, mercato antiquario (G.Medolago-R.Boffelli-G.Calvi, I Rovelli di Cusio, Ecomuseo A.V.B., Valtorta (Bg) 2008, p. 232 n.757-758).
Il nostro cassettone presenta però un motivo di particolare interesse che non solo lo differenzia dagli altri mobili della famiglia, ma allo stesso tempo lo apparenta con un’altra famiglia di mobili.
Parlo dei mobili cosiddetti “a lambrecchini”.
Loro elemento caratteristico è la sequenza di elementi di forma vagamente triangolare, molto spesso dorati, denominati appunto “lambrecchini” (dal francese lambrequin), che corre sotto il piano e che ritroviamo, anche se appena accennata, nel nostro cassettone.
Di questi mobili mi sono già occupato trattando una tipologia della quale si rileva una forte concentrazione di esemplari in Lombardia Occidentale [Leggi].
Oltre ai “lambrecchini”, nel cassettone di Figura 1 si possono evidenziare altri elementi assai “poco bergamaschi”: gli spigoli anteriori del piano marcatamente arrotondati e le sottostanti lesene decorate in parte con motivi dorati a nastri intrecciati a rilievo.
Il primo elemento trova riscontro in alcuni dei mobili a lambrecchini appena citati che alternano spigoli arrotondati come sopra a spigoli tagliati.
Troviamo il secondo elemento, ossia il decoro a nastri intrecciati, in un’altra tipologia di mobili “a lambrecchini”, caratterizzati da lesene a colonna che si accompagnano sempre a spigoli del piano arrotondati [Figura 3].
Figura 3. Bottega lombarda, cassettone, fine XVII secolo, Semenzato maggio 1997 n. 640.
Non ho ancora trattato di questi mobili perché il loro studio è ancora in corso. Possiamo per ora solo supporre, basandoci sulle informazioni raccolte su vari esemplari con riguardo alla loro provenienza, che questa seconda tipologia sia da collocare in Lombardia Settentrionale e, in particolare, nella cosiddetta zona del Laghi (Maggiore, Como, Varese) di influenza borromaica (nota 2).
Ritengo che questi mobili siano da collocare cronologicamente in epoca anteriore rispetto alla prima tipologia, quindi attorno alla seconda metà del XVII, per l’impostazione arcaicizzante caratterizzata da linee dritte e piedi a mensola. La maggior parte è lastronata e intarsiata, ma possiamo trovare anche esempi in massello con formelle a rilievo come quello appena mostrato in Figura 3.
Il nostro cassettone trova riscontri anche in una terza tipologia di mobili, anch’essa declinata in molte varianti, il cui tratto comune è la lesena con decoro intagliato e spesso dorato [Figura 4].
Figura 4. Bottega lombarda, cassettone, fine XVII secolo, mercato antiquario.
Li possiamo trovare lastronati e intarsiati, più raramente sia in massello, con o senza “lambrecchini”. Anche in questo caso e per le stesse ragioni, la datazione è alla metà circa del XVII secolo e la zona di provenienza potrebbe essere ancora una volta quella dei laghi.
Tutto ciò premesso, resta da chiedersi come mai il cassettone dal quale siamo partiti, che resta a tutti gli effetti un prodotto dell’ebanisteria bergamasca, per quali vie abbia potuto assimilare le contaminazioni descritte.
Un’ipotesi è, per così dire, di tipo antropologico: se è vero che i cassettoni del secondo e terzo tipo sono da collocare in ambito lacustre, alcune stilemi potrebbero essere penetrati nella Bergamasca dalla limitrofa area di Lecco.
Tuttavia, preferiamo pensare che il mobile sia il prodotto di una bottega evoluta come quella dei Caniana, aggiornata rispetto alla produzione di altre botteghe lombarde attraverso contatti diretti oppure lo scambio di disegni, che nel caso in questione si sia concessa qualche licenza, pur senza venir meno alla rigida impostazione del tradizionale canterano autoctono.
Addendum
Successivamente al dicembre 2018, data di pubblicazione dell’articolo, è stata reperita l’immagine di un cassettone in massello di noce [Figura 5] del genere di quelli discussi nell’articolo Il mobile del seicento in Lombardia e lo stile borromaico (pubblicato in data 27.1.2010) [Leggi].
Figura 5. Bottega bergamasca?, cassettone, ultimo quarto del XVII secolo (S. Grassi Tedeschi, C. Stampa, Guida al mobile antico, Milano, Mondadori, 1967, p. 7).
Il mobile ha tutte le caratteristiche del mobile lombardo evidenziate nell’articolo del 2010 e presenta la lesena con decoro intagliato a nastri intrecciati, in questo caso non dorato, che abbiamo evidenziato sopra con particolare riferimento ai cassettone di Figura 1 e Figura 4. Il mobile viene definito dagli autori: Piccolo cassettone bergamasco in stile “primo Barocco”.
Perché definirlo bergamasco?
Forse perché spesso, nel passato (il volume da cui l’immagine è stata tratta è del 1967), si consideravano “bergamaschi” i mobili lombardi con lesene intagliate, oppure perché gli autori hanno reperito in mobile a Bergamo o provincia (nel 1967 era facile trovare i mobili nelle case dove erano sempre stati).
Se fosse vera questa seconda ipotesi, avremmo tratto un’ulteriore conferma della presenza nel mobile bergamasco di elementi stilistici in genere riferibili ad altre zone della Lombardia [25.7.2020].
NOTE
[1] Si veda Rivelata una nuova fonte iconografiche per gli intarsiatori Caniana [Leggi].
[2] Relativamente a due esemplari appartenenti a questa tipologia, in vero straordinari per essere interamente dorati, ho scritto in un saggio pubblicato su Rassegna di Studi e Notizie del Castello Sforzesco di Milano nel 2013, intitolato Un cassettone lombardo intagliato e dorato nelle raccolte del Castello Sforzesco.