Un cassettone neoclassico intarsiato con stemma araldico tra Parma e Piacenza

della Redazione di Antiqua 

Nel nostro archivio giacevano da tempo le fotografie di un cassettone neoclassico, vivacemente intarsiato con bordure a nastro variamente composte, intercalate da motivi vegetali [Figure 1 e 1a].

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Figure 1 e 1a. Cassettone neoclassico intarsiato, collezione privata.

Sul piano compare uno stemma raffigurante un leone rampante che afferra con la zampa anteriore sinistra una spada, sormontato da un’aquila coronata [Figura 1b].

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Figura 1b. Particolare dello stemma.

Alcuni appunti scritti sul retro di una fotografia ne denunciavano la provenienza parmigiana e indicavano che lo stemma apparteneva ai “conti Valenti”.
Diciamo subito che, salvo alcuni particolari che avremo modo di esaminare, il cassettone è abbastanza dissimile dal tipico modello parmigiano in stile Luigi XVI che è generalmente in massello di noce (nota 1).
Abbiamo quindi cercato di incrociare la presunta provenienza parmigiana del mobile con la committenza Valenti.
La famiglia Valenti è originaria di Trevi in Umbria e i suoi membri, fin dal XIV secolo, hanno assunto importanti incarichi per conto dello Stato della Chiesa che li hanno condotti anche in Emilia-Romagna (nota 2).
Lo stemma Valenti, tuttavia, nella sua versione più diffusa reca una “croce di Sant’Andrea di nero le braccia superiori caricate ciascuna di una stella (6 raggi) di oro” e solo in una edizione abbiamo trovato la parte superiore di un leone reggente una spada con la zampa sinistra [Figura 2].

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Figura 2. Una versione dello stemma dei Valenti di Trevi (fonte Pro Trevi) [Vedi].

Come alternativa ai Valenti era stata presa in considerazione la famiglia Stocchi, originaria della Val d’Enza situata lungo il corso del fiume Enza tra le province di Parma e Reggio, i cui esponenti hanno sempre legato la loro attività al Ducato di Parma, rendendo plausibile la collocazione del cassettone in quest’ambito. Tuttavia, lo stemma Stocchi reca sì un leone rampante afferrante una spada, ma con la zampa anteriore destra e non con la sinistra; inoltre, non presenta l’aquila coronata.
Scarteremmo quindi l’ipotesi Stocchi, a meno di non voler considerare gli Stocchi di Modena, nel cui stemma, nella versione presso la Biblioteca Nazionale di Roma (fondo manoscritti fondo Vittorio Emanuele, ms. 319 pag. 88 posizione 3147), il leone rampante regge la spada con la zampa sinistra, anche in questo caso non sovrastato da alcuna aquila coronata.

Poiché l’approccio araldico non risulta per ora decisivo, riproviamo con l’analisi stilistica.
Come termine di confronto, abbiamo reperito in rete un cassettone intarsiato, definito parmigiano sebbene si discosti anch’esso dalla tipologia esemplificata in Figura A (vedi ancora nota 1); gli intarsi – eseguiti “a buio”, ossia inseriti direttamente nel massello – sono meno raffinati e disposti con più parsimonia sulla superficie, ma il gusto è il medesimo. [Figure 3 e 3a].

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Figure 3 e 3a. Cassettone neoclassico, Parma, mercato antiquario.

Spostandoci di poco, ovvero a Piacenza, troviamo cassettoni di questo genere, anch’essi caratterizzati da intarsi del tipo “a toppo” e con un piede molto simile sia a quello del mobile di Figura 3, sia al nostro, ma diverso dal tipico piede parmigiano che è generalmente in massello di noce con scanalature (vedi ancora Figura A alla nota 1) [Figure 4 e 4a].

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Figure 4 e 4a. Cassettone neoclassico, Piacenza, mercato antiquario.

Eccolo il nostro piede in un’immagine di dettaglio [Figura 1c] che mette in risalto un altro particolare: una sequenza di tre dentelli che interrompe il bordo inferiore del fianco, una caratteristica che troviamo abbastanza di frequente nel mobile parmigiano che, a sua volta, lo mutua dall’ebanisteria francese.

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Figura 1c. Particolare del piede e del fianco del mobile di Figura 1.

Per contro, il piede intarsiato è del tutto ignorato a Parma, mentre ricorre talvolta in ambito piacentino.
Ma vi è un altro particolare che ci fa considerare un’ipotesi piacentina circa la provenienza del nostro mobile.
Si veda il confronto tra il decoro intarsiato all’angolo del piano che si intravede in Figura 1a e il decoro, assai simile, collocato nella stessa posizione sul piano del mobile di Figura 4 [Figure 1d e 4c].

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Figura 1d. Particolare del piano del mobile di Figura 1.

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Figura 4b. Particolare del piano del mobile di Figura 4.

Dopo che il presente articolo era stato impaginato, è apparso nell’edizione primavera 2023 di Mercanteinfiera un mobile tipicamente piacentino che conferma quelle che, fino a quel momento, erano solo supposizioni. Non solo riscontriamo lo stesso decoro agli angoli del piano, ma un piede del tutto simile a quello illustrato nella Figura 1c anche se il fiore è disposto in senso inverso [Figure 5, 5a e 5b].

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Figura 5. Cassettone neoclassico intarsiato, Piacenza, mercato antiquario (Antichità Baldrighi).

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Figure 5a e 5b. Particolare del piede e del piano del mobile di Figura 5.

A parte i confronti puntuali per quanto riguarda i piedi e i decori agli angoli del piano, il mobile di Figura 1 presenta sia motivi tratti dall’ebanisteria lombarda – a cui Piacenza guarda – come, ad esempio, il decoro a cerchi rincorrenti con un fiore all’interno (vedi ancora Figura 1d), sia motivi desunti dall’ebanisteria piemontese – a sua volta un modello per Piacenza – con particolare riferimento ai decori di gusto Luigi XIV che si vedono sul piano. Inoltre, Piacenza subisce gli influssi francesi, come del resto anche il Piemonte e la stessa Parma.
Per quanto precede, il cassettone in esame si può connettere plausibilmente con la produzione piacentina, per altro compatibile con una committenza parmense, pur sottolineando il carattere ibrido di un esemplare che, proprio nella ricerca di una sua eccezionalità (ai limiti dell’eccentricità), non si fa riconoscere facilmente.

NOTE

[1] Mostriamo un’immagine di uno dei classici cassettoni parmigiani Luigi XVI in massello di noce [Figura A].

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Figura A. Cassettone neoclassico, Parma, mercato antiquario.

Per una carrellata di mobili emiliani d’epoca neoclassica si può vedere la copia anastatica dell’articolo Il cassettone Luigi XVI in Emilia [Leggi].

[2] A Varano de’ Melagari (Pr) esiste una Casa Valenti, già di proprietà della famiglia e ora passata di mano. Il cognome Valenti è attualmente diffuso in Sicilia e Lombardia, oltre che in Emilia.

Dove non altrimenti segnalato, ci si è avvalsi del prezioso Armoriale delle famiglie italiane [Vedi ].

Saremmo lieti se qualcuno potesse fornirci ragguagli per una migliore identificazione degli stemmi.

Maggio 2023

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