Un curioso “scrigno reliquario” con ritratto Carlo VIII di Valois
di Roberta Delmoro
Dati sull’opera:
Francisco Pallas y Puig (Cuart de Poblet 1850-Valencia 1926), attr.
Scrigno reliquiario in stile tardogotico con Carlo VIII di Valois, 1890 ca.
Avorio elefantino intagliato, legno, carta (?) con ornamenti vegetali
Misure: H 37 cm. 45 x 33 cm.
Collezione privata.
Capolavoro di intaglio dell’avorio, questo prezioso scrigno in Collezione privata è composto di un coperchio completamente ornato: lo stemma della casa reale dei Valois (i due angeli che reggono lo scudo coronato coi tre gigli di Francia) e i ritratti coronati di profilo di Carlo VIII di Valois e della consorte Anna di Bretagna, affrontati entro una cornice polilobata, si dispongono rispettivamente lungo i lati lunghi, davanti e dietro [Figure 1 e 2]; sui lati brevi sono raffigurate croci uncinate tra piccoli scudi stemmati, mentre lungo le diagonali del coperchio, assise entro nicchie, sono ospitate le figure di quattro re dell’Antico Testamento [Figure 3 e 4]. Sulla cima una cornice intagliata con un complesso motivo a foglie di vite e grappoli d’uva corre senza soluzione di continuità.
Figura 1. Francisco Pallas Y Puig, attr., Scrigno reliquiario Valois.
Figura 2. Francisco Pallas Y Puig, attr., Scrigno reliquiario Valois, coperchio, particolare dei ritratti dei reali.
Figura 3. Francisco Pallas Y Puig, attr., Scrigno reliquiario Valois, coperchio, particolare con re dell’Antico testamento.
Fig. 4. Francisco Pallas Y Puig, attr., Scrigno reliquiario Valois, coperchio, particolare con re David.
Una teoria di santi entro nicchie gotiche, disposti tra coppie di paggi reggi-insegne per ciascun lato, compone invece tutta la cassa dello scrigno, che al centro, sul fronte, reca la figura di un santo re, forse un san Sigismondo, sul quale si apre la serratura che possiede ancora l’originaria chiave ornata anch’essa di avorio intagliato (vedi ancora Figura 1). La base è decorata con una cornice a foglie spinose che si interrompono al centro di ciascun lato breve per dare luogo a ulteriori stemmi entro scudi, tra cui le insegne della casata di Bretagna e di quella di Navarra. Sui quattro angoli sono disposti santi cavalieri apotropaici con ai piedi dei draghi alati realizzati a tuttotondo. La cassa poggia su quattro figure fantastiche antropomorfe alate.
Questa complessa opera ad intaglio, di fattura in realtà moderna, come vedremo a breve, non copia e per tanto non falsifica alcun esemplare esistente o documentato, ispirandosi liberamente alle casse reliquiario tardogotiche e proponendosi come un capolavoro in stile caratterizzato dalla presenza di ritratti di reali della casata dei Valois affrontati entro cornici circolari polilobate e da una moltitudine di stemmi scudati e di motivi decorativi intagliati a fogliami spinosi. Tali dettagli, come una firma, circoscrivono bene lo scrigno entro il corpus di un artista spagnolo vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo, che ha realizzato ex novo, seguendo una propria poetica neo-gotica, diversi pezzi in stile, particolarmente trittici, scambiati in passato per opere medievali e approdate ad alcune grandi Collezioni mondiali.
Grazie agli studi compiuti nella prima metà del Novecento da Adolph Goldschmidt sulla collezione di avori di Mr. Henry Walters, si è chiarita la figura dell’intagliatore Francisco Pallas y Puig, autore dei cosiddetti: Trittico della glorificazione della Vergine [Figura 5], Trittico della Passione e Trittico degli Apostoli (Baltimora, Walters Art Gallery), del Trittico con l’Adorazione dei Magi e la Decollazione del Battista al Louvre [Figura 6], e di ulteriori trittici individuati in Collezioni private passati sul mercato statunitense nella prima metà del Novecento, compresa una placchetta a rilievo con Cristo benedicente tra gli Apostoli.
Fig. 5. Francisco Pallas Y Puig, Trittico della glorificazione della Vergine, Baltimora Art Gallery.
Fig. 6. Trittico con l’Adorazione dei Magi e la Decollazione del Battista, Parigi, Musée du Louvre, particolare dei ritratti.
Il caso qui in esame si pone del tutto eccezionale sia per la qualità dell’intaglio e del notevole formato, sia per il riferimento preciso alla casa reale di Francia e in particolare a Carlo VIII, definendo la fisionomia di uno scrigno di tipo “reliquiario” (che in francese assumerebbe il nome di chasse) ispirato a un preciso momento storico, intorno al 1450, cui corrisponde la ricerca sfragistica relativa anche agli stemmi di Bretagna e di Navarra. Alla quasi ossessiva presenza di ornamenti, di elementi sfragistici e all’affollamento dei particolari che caratterizzano le opere note di Francisco Pallas, dall’iconografia assolutamente inedita se confrontati con pezzi originali dell’epoca – come hanno sottolineato gli studi di Goldschmidt – l’opera qui in esame risponde componendo i dettagli in un perfetto equilibrio, destando meraviglia per la grazia con cui sono realizzati ad esempio i draghi a tutto tondo accovacciati ai piedi dei santi cavalieri posti sugli angoli della cassa, o le figure mostruose rannicchiate a sorreggerla come peducci.
La figura di Francisco Pallas y Puig è stata studiata da Goldschmit, come dicevamo, in relazione ai trittici conservati presso la Collezione costituita da Mr. Walters a Baltimora, pezzi databili agli anni Novanta del XIX secolo e acquistati da Mr. Walters con la consapevolezza di arricchire il proprio museo di brani ottocenteschi, apprezzati per la loro bellezza e qualità d’intaglio. Lo stesso collezionista scriveva a Golschmit nel 1931: “I do not consider these three triptychs are copies, but are compositions made by someone about 1850-60 in the style of the fifteenth century and I am led to think they come from Spain” (A.Goldschmidt, Pseudo-Gothic Spanish Ivory Triptychs, p. 49). Stette a Goldschmidt precisare le date di esecuzione delle opere, da porsi entro l’ultimo decennio dell’Ottocento.
Anche in questo preciso caso, non essendo l’opera una copia da un originale esistente bensì un originale a sé stante, va considerata quale esemplare virtuosistico tardo ottocentesco “in stile”, da ascriversi alla mano, alla fantasia storicizzante e alla passione neo-gotica dell’artista spagnolo Francisco Pallas Y Puig.
Bibliografia di riferimento
Adolph Goldschmidt, Pseudo-Gothic Spanish Ivory Triptychs of the Nineteenth Century in «The Journal of the Walters Art Gallery», Vol. 6 (1943), pp. 48-59, Published by: The Walters Art Museum.
Masterpieces of Ivory from the Walters Art Gallery, by Richard H. Randall Jr, New York 1985, p. 318.
Louvre. Département des objets d’art. Catalogue, Ivoires médiévaux Ve– XVe siècle, Paris 2003, p. 584.