Un nuovo dipinto di Simone Peterzano
di Vito Zani
Dopo l’integrale ma ormai datata ricognizione su Simone Peterzano di Edi Baccheschi e Maurizio Calvesi (nota 1), sono sopraggiunte non poche acquisizioni anche particolarmente importanti sull’artista, in termini sia di opere, sia di documenti.
Anche la sua vicenda critica si è arricchita di un estemporaneo paragrafo a cui dovrebbe aver posto fine la recentissima esposizione ‘riparatoria’ al Castello Sforzesco di Milano (nota 2), cha ha restituito al Peterzano un cospicuo nucleo di disegni attribuiti pochi mesi prima al suo ben più celebre allievo Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.
Un modestissimo incremento al catalogo dei dipinti del Peterzano giunge ora con l’inedita tela qui presentata, raffigurante un Padre Eterno (cm. 143 x 106), conservata nella canonica della parrocchiale di S. Maria Incoronata a Milano [Figura 1].
Figura 1. Simone Peterzano, Padre Eterno. Milano, S. Maria Incoronata, canonica.
L’opera, dal passato completamente ignoto e approdata non si sa quando alla sede attuale, versa in uno stato conservativo assai gravemente compromesso e in progressivo degrado.
Smagrita e ricoperta da depositi di polvere e sporco, la materia pittorica appare ormai del tutto inaridita, in via di sgretolamento in alcune parti, e in altre già perduta, come nei brani più scuri della veste della figura.
Le diffuse lacune sono accompagnate talvolta da lacerazioni nella tela di supporto, che in qualche caso proseguono nella sottostante tela di rifodero. Quest’ultima, montata in epoca imprecisabile su un telaio non originario, è a sua volta deteriorata e in condizioni di precaria adesione al pristino supporto.
Nonostante simili danni, restano bene leggibili i pregiati aspetti tecnici e stilistici dell’opera, da immaginare in una tonalità cromatica più fredda, che potrà prevedibilmente riemergere dopo una pulitura della patina.
Si può anzi osservare che proprio nei brani pittorici più significativi e fortunatamente meglio conservati – come il volto (pur con alcune stuccature ridipinte lungo le rughe della fronte) e una mano – si evidenzia al meglio una qualità artistica particolarmente elevata, che rivela la mano di un maestro di livello [Figura 1 bis].
Figura 1 bis. Ingrandimento di parte della Figura 1.
Maestro facilmente riconoscibile in Simone Peterzano, nella cui produzione questo Padre Eterno ha riscontri più o meno puntuali, sia iconografici, sia relativi agli accennati aspetti di tecnica e stile. L’attribuzione è stata non a caso condivisa da tutti gli studiosi a cui è stata mostrata l’opera in fotografia, tra cui alcuni conoscitori dell’artista: per la disponibilità, si ringraziano in modo particolare Eugenia Bianchi, Federico Cavalieri, Mauro Pavesi, Nadia Righi, Edoardo Villata, oltre ad Alessandro Morandotti, il quale, già conoscendo dal vero il dipinto, vi aveva indipendentemente riconosciuto il fare del Peterzano.
La più stretta ricorrenza iconografica è nella figura del Padre Eterno sulla sommità della grande pala con l’Annunciazione ora al Museo Diocesano di Milano [Figura 2], destinata in origine al Seminario Maggiore della stessa città, per la quale il Peterzano ricevette compensi nel 1577 e nel 1578 (nota 3). Pur rivelando l’uso del medesimo modello, l’inedito Padre Eterno appare tuttavia di qualità artistica sensibilmente migliore rispetto a quello dell’Annunciazione del Museo Diocesano, legandosi sotto questo aspetto molto di più agli affreschi che Peterzano eseguì tra il 1578 e il 1582 alla Certosa di Garegnano [Figura 3, nota 4], dove si trovano anche tipologie molto simili.
Figura 3. Simone Peterzano, Annunciazione. Milano, Museo Diocesano (su gentile concessione dell’archivio Fotografico del Museo Diocesano di Milano).
Figura 4. Simone Peterzano, Adorazione dei Magi, particolare. Milano, Certosa di Garegnano.
Se il breve campione dei riscontri converge nel far supporre una verosimile datazione per il Padre Eterno tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima degli Ottanta del Cinquecento, restano invece aperte le ipotesi su quale fosse la pristina funzione dell’opera. Solo l’esame della tela originaria, che andrebbe smontata dal telaio e staccata dal supporto di rifodero, permetterà infatti di verificare se si tratti si un’opera nata in questo formato, piuttosto che di un ritaglio da una pala più grande, magari un’Annunciazione simile a quella del Museo Diocesano. In tal caso, si potrebbe pensare alle due altre Annunciazioni note di Peterzano, entrambe a Milano (in S. Maria della Passione e in S. Matteo alla Banchetta) ed entrambe sprovviste del Padre Eterno sulla sommità, ma il punto di stile non sembrerebbe del tutto compatibile (nota 5).
Ipotizzando invece che l’opera sia nel suo originario formato, di per sé pienamente adeguato all’immagine che vi è raffigurata, appare plausibile la congettura suggerita da Mauro Pavesi, secondo cui potrebbe trattarsi di un capocielo, cioè di un riquadro apposto sotto la cimasa di un baldacchino d’altare, analogo al Padre Eterno dipinto da Bernardino Campi nel 1576-1577 per il baldacchino dell’altare maggiore della Certosa di Pavia, oggi nell’annesso museo (nota 6).
NOTE
[1] E. Baccheschi, M. Calvesi, Simone Peterzano, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo. Il Cinquecento. IV, Bergamo 1978, pp. 473-535.
[2] Simone Peterzano ca. 1535-1599 e i disegni del Castello Sforzesco, catalogo della mostra (Milano, dicembre 2012- marzo 2013) a cura di F. Rossi, Milano 2012.
[3]
M.C. Terzaghi, scheda in Museo Diocesano, Milano 2011, pp. 159-160, cat. 157.
4] M. Gregori, Gli affreschi della Certosa di Garegnano, Milano 1973.
[5] E. Baccheschi, schede in Simone Peterzano. Le opere, in I pittori bergamaschi… cit., pp. 529, 531, cat. 8 (S. Maria della Passione), 13 (S. Matteo alla Banchetta)
[6] G. Giacomelli Vedovello, scheda in Il Museo della Certosa di Pavia. Catalogo generale, a cura di B. Fabjan e P.C. Marani, Firenze 1992, p. 183, cat. 28. Sull’opera vedi anche la scheda di M. Pavesi, in Certosa di Pavia, Parma 2006, p. 332.
Un grazie particolare a Padre Giuseppe Bettoni, parroco di S. Maria Incoronata a Milano.
Prima pubblicazione: Antiqua.mi, giugno 2013
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