Un rilievo in lapislazzuli con lo stemma Medici

di Laura Tomaseli (*)

Il rilievo glittico preso in analisi è stato realizzato su un disco di lapislazzuli. La montatura è in oro legato a giorno con semplice filettatura e quattro griffe a sezione rettangolare; marchi: punzone del produttore con stella in campo esagonale, 302, NA; punzone del titolo metallico in campo romboidale illeggibile (presumibilmente 750) [Figura].

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Figura 1. Rilievo in lapislazzuli, diam. mm 28, spessore: mm 4, peso: gr. 10, seconda metà del XVI secolo- prima metà del XVII, collezione privata.

Lettura iconografica
La lettura iconografica consente di identificare una serie di elementi: al centro si trova uno scudo con sei globi che rappresenta lo stemma Medici, sovrastato da un elemento, non facilmente identificabile, che consiste, nella maggioranza delle rappresentazioni, da una corona (come nel caso preso in analisi), da un diamante o dalle insegne pontefice di papa Leone X Medici.
Nella parte sottostante trova posto un mascherone, iconografia ricorrente in epoca rinascimentale, ai cui lati, in maniera speculare, si vedono putti e foglie di acanto. Ai lati dello scudo, sebbene la lettura non risulti essere limpida, pare di individuare la figura di due putti.
Epoca e provenienza
Le numerose inclusioni di rocce ferrose e di calcite bianca rilevate trovano forti attinenze con i lapislazzuli impiegati nel XV-XVI secolo presso la corte medicea fiorentina soprattutto se si considerano le manifatture provenienti dai laboratori orafi settentrionali, in particolar modo milanesi. In molti dei lavori di glittica in lapislazzuli commissionati dalla famiglia Medici si possono rilevare numerose inclusioni; ciò deriva prevalentemente da due fattori:
a) le voluminose dimensioni dei manufatti che richiedevano (anche se questo non è il nostro caso) l’impiego di grezzi sufficientemente grandi da soddisfare la realizzazione di vasi, coppe, ecc. andavano a discapito della “pulizia” del lapislazzuli;
b) l’assenza di parametri gemmologici, codificati in maniera scientifica solo a partire dal XVIII secolo, consentiva di impiegare anche grezzi non necessariamente “limpidi”, considerando il fatto che spesso le stesse inclusioni venivano impiegate come elemento cromatico sotteso alla decorazione dell’oggetto stesso.
Dall’analisi dei punzoni si evince, infine, che la montatura in oro è stata realizzata non prima del 1968, in quanto gli stessi riportano le caratteristiche codificate dal testo della legge n. 46 del 30 gennaio 1968.

Conclusioni
L’analisi, effettuata su materiale fotografico, consente di determinare che il rilievo in questione risulta databile, molto probabilmente, alla seconda metà del XVI secolo- prima metà del XVII.
Nonostante la scarsa lettura iconografica del rilievo, dovuto allo stato di conservazione non propriamente eccelso, lo stemma riprodotto è certamente quello mediceo. La proprietà e la committenza non sono per altro circoscrivibili esclusivamente alla famiglia Medici di Firenze in quanto l’appropriazione del medesimo stemma si ebbe anche da parte dei rami cadetti della famiglia.
Certo è il rimaneggiamento del nostro rilievo dal suo contesto originale che potrebbe essere ricondotto ad un’oreficeria più complessa o a decorazione di elementi d’arredo.
Non si può escludere del tutto un falso riconducibile alle numerose copie realizzate, soprattutto in Italia, a partire dalla metà dell’Ottocento, frutto dell’oreficeria di stampo archeologico.
Il soggetto raffigurato, tuttavia, non avrebbe riscosso all’epoca molto successo e il rilievo presenterebbe forse ancora la sua montatura ottocentesca originaria.

(*) Questo contributo è stato redatto in data 15.2.2011 e pubblicato su Antiqua.mi sotto forma di scheda (a cura di Laura Tomaselli).

Prima pubblicazione: Antiqua.mi, 2011

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